La fragile economia del Nepal è al collasso e moltissimi sono alla fame, pochi possono permettersi di andare dal medico di base e solo una élite può accedere all’assistenza sanitaria avanzata, ma il vero problema è il cibo. Il turismo, vero motore dell’economia, non esiste più, il commercio interno è fermo, quelli che erano emigrati all’estero non vengono pagati e non mandano più soldi alle loro famiglie. Come sempre accade, le catastrofi colpiscono più duramente i più deboli, quelli che hanno meno risorse e riserve.
Helping Hands
Il Monastero di Kopan, che da decenni è il nostro partner a Kathmandu, subito dopo il terribile terremoto del 2015 ha creato Helping Hands, una squadra di soccorso umanitario che ha fatto miracoli, portando enormi quantità di cibo e di aiuti nei luoghi più impervi, anche sopra i 4000 metri.
Il Nepal si stava lentamente risollevando, ma ora la pandemia lo ha colpito con una nuova tragedia.
Il gruppo di soccorso Helping Hands è stato subito riattivato e migliaia di famiglie ridotte alla fame hanno ricevuto pacchi alimentari composti da 30 Kg di riso, 3 Kg di lenticchie, olio di semi e sale, il cibo base con cui i nepalesi poveri sopravvivono.
Poi è venuto un nuovo lockdown con la proibizione di viaggiare, nemmeno per portare aiuti alimentari. All’inizio di ottobre le restrizioni sono state allentate e gruppo dei volontari di Helping Hands ha ripreso la distribuzione di cibo, specialmente nelle remote aree montane dove nessun altro arriva.
La mensa dei poveri a Boudhnath
Inoltre il Monastero di Kopan sostiene una mensa dei poveri a Boudhnath, presso il grande Stupa che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’Umanità, intorno al quale si raccoglievano centinaia di mendicanti per ricevere l’elemosina da pellegrini e turisti, che ormai sono tutti spariti.
L’Associazione ha già mandato in Nepal 20.000 Euro prelevati dal proprio fondo per le emergenze, ma ora occorre il vostro aiuto, tutto l’aiuto che potete…
Il Monastero di Kopan conta 700 persone, che arrivano a 1000 durante i corsi con gli occidentali, quindi compra all’ingrosso da fornitori abituali che non speculano sull’emergenza: un pacco alimentare con 35 kg di cibo (riso, olio, lenticchie) costa solo 16 Euro, ma ne servono tanti, tantissimi! E poi bisogna trasportare il cibo fino ai villaggi con camion, a spalla, a dorso di yak e talvolta in elicottero.